Un Paese piegato dalla pandemia, siamo in zona rossa praticamente su tutto il territorio, dove da una parte si commemora il 18 marzo quale giorno di inizio di quest’anno funesto, e a distanza di 12 mesi ci ritroviamo ancora un in pieno lockdown. Mentre ci sono le imprese che falliscono, le attività che chiudono, le serrande abbassate, i vaccini tardano, la gente è disperata e i sostegni alle famiglie sono stati ad oggi praticamente nulli, però ci sono eventi che non bisogna fermarli tipo il festival di Sanremo o la Milano-Sanremo.
Nemmeno un rigurgito di vergogna passa per la testa degli organizzatori, niente rispetto per le migliaia e migliaia di vite che il Covid ha mietuto, il carrozzone va avanti, corre per le strade allo stesso modo dei camion militari che abbiamo visto un anno fa partire da Bergamo.
C’è da chiedersi era il caso? Era il caso di vedere comuni e i sindaci uno dietro l’altro prostrarsi all’evento?
In virtù di cosa? Del passaggio del giro? Con quali benefici per la collettività? Neanche se fosse una città di tappa del Giro d’Italia!
Mezz’ora dopo e non si ricorderanno neppure più il nome di Acqui; eppure è più di una settimana che si è stravolto la viabilità di corso Bagni, se ne è impedito l’accesso dalla Circonvallazione il tutto per fresare e rifare completamente l’asfalto di una rotonda dove passeranno i ciclisti!
Peccato che con lo stesso impegno e le stesse risorse si potevano ripristinare gran parte delle vie cittadine, o perlomeno tappare le buche come si deve e non solo evidenziarle con la vernice; ci sono strade come via De Gasperi (dove la viabilità è stata ristretta) che se si finisce negli avvallamenti dei tombini ci si lascia l’avantreno dell’auto, per non parlare di Corso Roma, via Cavour, Corso Divisione, la rotonda di Via San Defendente ecc. ecc. insomma non c’è via senza buche, eppure si pensa solo all’effimero.
Rasentiamo il ridicolo sulla rotonda dei Martinetti dove le badilate di asfalto sono state messe solo sul senso di marcia dei ciclisti tralasciando il lato opposto.
Ci presentiamo così imbellettati e incipriati come una maitresse ma con le mutande strappate, poco più di mezz’ora per dire “Acqui corre con voi” … e poi torna nell’oblio!