Autore: Bagnasco Giuseppe – Editore :“ Macchione editore”
“I bianchi nuvoloni di agosto” ha spunti autobiografici e si ispira a emozioni autentiche, ma prende in prestito dalla fantasia fatti e persone.
E’ la vita, ma anche la morte, vissuta attraverso gli occhi di un bambino. Giuseppe, il protagonista, vede la morte nel pieno della sua fanciullezza, a dieci anni, quell’anno Giuseppe compie esattamente dieci anni.
E’ doloroso si, certamente, ma l’evento non è traumatico per lui. Il nonno muore.
Il nonno materno, si spegne piano piano, come una candela, e Giuseppe non vede la differenza da quando era in vita.
E’ rimasta la nonna, la nonna materna è molto più giovane del nonno, ora ha tutta la responsabilità della cascina sulle sue spalle. Ha avuto molti figli è vero, ma la selezione naturale ne ha lasciati pochi in vita. Qualcuno è emigrato; lavoro, amore, sono lontani, molto lontani. Tre ne sono rimasti in casa, due maschi, e una femmina; lei è la mamma di Giuseppe.
Siamo negli anni sessanta, siamo nella campagna Piemontese, sul confine Ligure. Il paesaggio è collinare, prati immensi di colori diversi, come un vestito di arlecchino che all’orizzonte si congiungono con il cielo.
La cascina della nonna è la più bella della zona, e Giuseppe è pronto a godersela per tutta l’estate. Non ha giochi, la natura e gli avvenimenti di questa splendida estate, saranno i suoi giochi.
La condivide con il fratello, gli zii oltre che con la nonna e poi c’è lui.
Si lui, il suo amico a quattro zampe Zor. Il suo cane dal pelo morbido color miele.
In estate, soprattutto ad Agosto, appaiono nel cielo dei grandi nuvoloni bianchi, bianchi e maestosi. Non sono pericolosi per la pioggia, anzi Giuseppe pensa che proprio dietro quelle candite nuvole si siano adagiati “quelli” che sono andati in cielo.
Il nonno materno è lì, ma anche quelli paterni, se ne sono andati ancor prima che potesse veramente conoscerli, era troppo piccolo e anche Mario, il fratellino morto appena nato o subito dopo, anche lui guarda da dietro le nuvole.
E’ la gioia e la spensieratezza dell’adolescenza, ma anche le ansie e le paure di dover crescere, Giuseppe ha passato cinque anni in collegio sul mare. Non per punizione. Giuseppe è sempre stato un bambino buono, ma fragile, cagionevole di salute. Il mare lo ha rafforzato, lo ha reso un ragazzo forte e sano, pronto per affrontare la vita.
Già il mare, Giuseppe non lo aveva mai visto, non lo aveva mai conosciuto. Il mare non è statico come le colline in campagna dalla nonna, il mare è sempre in movimento, a volte si arrabbia e può farti male se lo sfidi, ma poi si calma sempre.
Si cresce in fretta, gli anni passano. La nonna ci ha lasciati e anche Zor, già da qualche anno. La nonna si è spenta, piano piano anche lei come una candela, mentre Zor una notte non è più tornato a casa.
Anche loro, ne sono sicuro, lo guardano fieri dalle bianche nuvole in cielo.
Ora ha amici e amiche diversi da quelli del collegio, ma l’amica più amica è lei; Laura.
Ci sono sguardi e sorrisi, c’è il piacere di stare insieme. Ma il destino, ovvero quelle carte che avevi meticolosamente messo in ordine e in sequenza, si sparigliano, si mescolano e non ti fanno incontrare mai. E ci si allontana, fino a perdersi.
Anche Laura è andata anzitempo dietro le nuvole, ora mi guarda da li.
E’ la consapevolezza di essere diventato uomo. Giuseppe si è trovato i suoi cinquant’anni scritti su una bellissima torta alla frutta.
Non li ha, pensa, non se li sente i suoi cinquant’anni.
Ed è in questa occasione che si volta indietro pensando che i suoi vent’anni siano ancora li, dietro di lui. Ma non è così, sono passati trent’anni. Il lavoro, un figlio, due storie sentimentali, la vita quindi.
Ma quanti affetti si sono persi in questa vita, ora gli mancano tutti assieme.
Giuseppe ora guarda le nuvole bianche, maestose e in cuor suo sa, sa che un giorno, anche se più in la, molto più in la, dietro quelle nuvole anche lui andrà ad adagiarsi.
Storie di vita vissuta partendo dalla Langhe, andando verso Millesimo, con tappe a Savona, Spotorno, Varigotti, Finale e Pietra. Per ogni località, cenni storici e curiosità che le caratterizzano, racconti fantastici ed emozioni autentiche.
La narrazione è semplice, il linguaggio comprensibile.