domenica 22 Dicembre 2024 - Anno 33

“IL RISCATTO le esperienze di un giovane che incontrò e non tradì le Profezie di don Lorenzo Milani”

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Dopo “Il sogno di Don Milani”, edito da Libreria Editrice Fiorentina, premiato a Sanremo, Alessandro Mazzerelli pubblica un nuovo saggio sul profeta di Barbiana.

Ad Alessandro Mazzarelli, amico di don Milani, di cui nel 2023 cade il centenario della nascita, abbiamo domandato: “Con il suo ultimo saggio: “IL RISCATTO le esperienze du un giovane che incontrò e non tradì le Profezie di don Lorenzo Milani” IF – PRESS Editore, Roma 2022, quale messaggio a inteso mandare?”
“Ho voluto ricapitolare la mia giovinezza alla luce della grandezza delle idee di un prete, che fu ingiustamente emarginato e politicamente strumentalizzato, evidenziando con chiarezza le Sue Profezie, che volle manifestarmi in un incontro a quattrocchi che si svolse a Barbiana il 31 luglio 1966”.

Lei parla di strumentalizzazione politica di don Milani, ci dica chi lo strumentalizzò?
Finché fu in vita non ci riuscì nessuno… Ma appena scomparso il PCI orchestrò, con l’aiuto di chi tradì il Profeta ricevendo prebende e incarichi istituzionali, una sconcia commedia, secondo la quale, come fu scritto su “Rinascita”, era un “comunista che combatteva una chiesa asfittica e crudele.”

“E lei come suo amico che fece?”
“Più che “amico”…avevo l’inderogabile dovere morale di difendere la Sua memoria senza se e senza ma”.

“Perché?”
“Perché alla conclusione dell’incontro, che ho ricostruito con un’attendibilità al 90%, le parti che mi parvero le più importanti delle Sue affermazioni, anche su Sua indicazione, le stenografai, si giunse ad un accordo: io non avrei dovuto tradire quel che ci avevamo detto e concordato e Lui, per dimostrarmi la Sua fiducia avrebbe fatto aderire tutti i “suoi ragazzi” all’Associazione Giovanile “Forza del Popolo” che avevano fondato nel 1962. Così avvenne  e quella è stata la Sua unica scelta politica!”

“Mi parli delle Profezie…”
“Profetizzò la fine del comunismo che ovunque e comunque è “la mediazione e l’organizzazione politica di ogni male”. Disse che la definizione “democrazia cristiana”, per di più mettendo la croce nel suo contrassegno elettorale, era una “bestemmia”. La politica, i cattolici e tutti gli uomini di buona volontà, dovevano svolgerla avvicinandosi il più possibile a un sublime Decalogo, che ho definito il Decalogo di Barbiana. Disse poi, che per combattere gli imperialismi, che sono all’origine di ogni guerra, ci volevano “Ventimila San Marini” o almeno “tremila stati” e portò un esempio: “Se i pigmei vogliono star nudi sugli alberi, che ci stiano! E si crei il libero Stato dei pigmei”. Disse poi altre cose molte importanti, ma avvertì: Non ti fare illusioni, prima che la gente ci dia ragione scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica giungeranno a livelli di incredibile bassezza”.

CARLO SBURLATI

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