giovedì 26 Dicembre 2024 - Anno 33

UNA PAGINA BIANCA

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E’ iniziato un nuovo anno tutto da scrivere.
UNA PAGINA  BIANCA

Ci troviamo, all’inizio di questo nuovo anno, davanti al nostro computer con una pagina bianca tutta da riempire con parole che, si spera, siano interessanti per chi avrà la bontà di leggerci. Un nuovo anno è, in fondo, una pagina bianca da riempire giorno per giorno con le gioie, le speranze ed i dolori della nostra Italia.
Ed allora cerchiamo di vederle, nel nostro piccolo, queste pagine partendo dalla nostra città e dalla nostra bella piscina, un tempo vanto indiscusso ed ora a causa del Covid e di altre faccende, ridotta ad uno stagno maleodorante con la sua acqua che ha ormai superato il quadriennio di permanenza. Se non sarà possibile riaprila si spera che almeno l’acqua sia ricambiata.
E poi la nostra pagina si riempie, anzi si va riempiendo di alcune riflessioni : l’accoltellamento di una innocente turista  israeliana Roma Termini da parte di un giovane polacco, uno dei tanti invisibili, che popolano le nostre città, forti di norme che consentono a chiunque la libera circolazione nei Paesi dell’Unione. Ma ci viene da pensare che tanta libertà non sia da concedere a chiunque ed un minimo di attenzione su chi circola ci dovrebbe pure essere, come non si dovrebbe concedere sempre e comunque di stazionare sul patrio suolo italico.
La nostra pagina bianca si sta popolando di parole e di speranza di un qualcosa che si crede possa accadere. Come per i nuovi ambientalisti che con azioni deprecabili stanno assurgendo agli onori della cronaca sporcando e lordando opere d’arte ed  ora anche palazzi che sono “Istituzioni di uno Stato Democratico” con buona pace di noi tutti e delle Forze dell’Ordine che, si è visto, oltre un certo limite (di massima tolleranza) non possono spingersi.
Ed anche i blocchi stradali di questi “signori dell’ambiente” non sono certo esempi da imitare e si meritano il grido “andate a lavorare” di chi rimane bloccato. E’ da tempo che le cose belle, le idee migliori vengano spesso messe in mano a “stupidi” agitati non si sa da chi, come la lotta “no gobal” accomodatasi spesso in braccio a persone che non hanno certo destato ammirazione con i loro atti. E poi, diciamocelo con tutta franchezza, anche nelle migliori cause portate avanti in maniera maldestra, una buona telecamera sistemata al momento giusto  e nel posto giusto non guasta mai per i protagonisti.
Ed andiamo avanti con la nostra pagina bianca che si popola di parole, di considerazioni, di riflessioni che possono essere condivise o meno, ma sono pur sempre libere riflessioni che come tali  capaci di suggerire idee nuove e nuovi concetti di protesta, laddove gli interessi del singolo o di un gruppo non vadano a prevalere.
E veniamo ora a quello che, senza ombra di dubbio, è fenomeno che da anni ci riguarda in maniera particolare: l’immigrazione dalle terre africane di un sempre più consistente numero di persone per lo più giovani, donne e minori.
Chiamati a turno “migranti illegali”, “profughi”, “naufraghi” sono persone che cercano forse un mondo migliore per fuggire da fame , guerre, dittature, persecuzioni. Navi con bandiere straniere li raccolgono, come ed in quale modo, pur essendo ben chiaro, non si è ancora in grado di contrastare.
Poi queste Unità, di cui si conoscono solo i nomi, ma non le  “retrovie” che le gestiscono,  li  scaricano nei porti italici e vengono “presi in carico” da altre organizzazioni che, nel tempo consentono loro di “sparire” o di essere utilizzate, anzi spesso sfruttate, in compiti di manovalanza con pochi diritti ed il dovere di produrre molto a basso prezzo.  Da qui alla gestione umanitaria tanto sbandierata ci corre molto ed è certo che se, come da sempre, il nostro Paese sarà lasciato solo di fronte a questa emergenza, le cose potranno solo peggiorare poiché non è pensabile poter gestire al meglio un tale numero di disperati.
Ecco là l’argomento spinoso che non si vuole affrontare, davanti al quale si sbandierano tante belle parole e tante belle promesse, spesso naufragate, loro si per davvero, in interessi di pochi. E qui la discussione potrebbe durare giorni, settimane o mesi, ma se non si pone  al primo posto una logica di accoglienza e non di invasione incontrollata, le cose andranno sempre peggio.
Di cosa potremmo ancora parlare? Della guerra Russia Ucraina che sta a grandi passi andando verso il compimento del primo anno, andando ad accendere la prima candelina su una montagna di morte e distruzione? Si, parliamone, ma rispettiamo anche coloro che ci hanno lasciato la pelle, da una parte e dall’altra come quelle povere reclute (siano 80/100 o 400 poco conta) che hanno salutato il nuovo anno sotto un cumulo di macerie che li ha uccisi, con buona pace di comandi che tali non sono, di uomini messi in posti di responsabilità, probabilmente senza avere le necessarie elementari conoscenze per tutelare la vita dei loro sottoposti.
Le guerre sono da sempre cosa sporca, ma quando sono di aggressione, qualsiasi ne sia il motivo, lo sono ancora di più.  Non siamo al momento in grado di dire come finirà, ma sarà stata, comunque, una sconfitta per tutti, per la Russia, per i suoi alleati, per l’America, in una fase di debolezza, per l’Europa che doveva fare qualcosa “prima” e per le Nazioni Unite che, ancora una volta hanno evidenziato la loro impotenza  nell’affrontare situazioni difficili a fronte di “veti” che ne limitano da sempre l’operato E qui, con la montagna di soldi che costa,  viene da dire che o si cambia o si chiude.
Il resto della pagina bianca ce lo riempirà un destino che non conosciamo ed anche e soprattutto le azioni di uomini che hanno molto potere e non sempre sono sorretti dalla necessaria intelligenza o la usano per altri scopi.
Un ultimo pensiero alla scomparsa di Benedetto XVI° e di Pelé: il primo con la sua decisione, unica nella storia, di dimettersi da soglio di S. Pietro per poi ricevere, alla morte, la visita ed il commosso omaggio di decine di migliaia di persone da tutto il mondo ed il secondo anche lui in possesso di una Fede, di un dono: quello di essere il miglio calciatore di sempre con il suo talento e la sua umiltà.

PIER MARCO GALLO

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