La “Nuova Società” elimina le parole che impegnano.
PAROLE SCOMPARSE
Si, sui vocabolari di carta o virtuali le troviamo ancora, ma la loro messa in pratica ed il loro significato, nella nuova società, sta sparendo. Ci riferiamo ad “impegno”, “sacrificio”, “programmazione”. Tre vocaboli che erano, ed ora non sono quasi più, al centro della vita delle persone. La nuova filosofia di vita, il nuovo benessere vero o virtuale che sia, ci stanno dicendo che a queste tre parole che hanno segnato la vita, o meglio, il suo percorso per decenni nelle generazioni passate, si sta sostituendo “divertimento”, “sballo”, “lavoro ben remunerato, ma poco impegnativo” specie nei giorni festivi, e zero “futuro”.
Le statistiche ci dicono che sono in aumento le persone che non hanno, ma neppure cercano, lavoro poiché maggiormente interessate ad agguantare qualche misero sussidio per “tirare avanti”.
Gli anziani, in un tempo assai lontano, dicevano ai giovani che alla loro età si dovevano “rosicchiare gli ossi” al fine di avere la “polpa” in età matura, quando le forze sarebbero pian piano scemate. Un chiaro segnale di impegno, sacrificio e programmazione della propria vita e
Una ventina di giorni o poco più di ferie per i lavoratori dipendenti, poco o nulla per gli altri, da passare al paese natio o al mare, per i più fortunati, nel pieno dell’estate. E poi lavoro, sacrifici, risparmi per il domani appena ce ne fosse stata la possibilità.
Una vita di sacrificio nell’oggi con la speranza di un domani migliore, con la programmazione del futuro di se stessi, della famiglia e dei figli, quei figli che si dovevano accontentare di pochi spiccioli da spendere la domenica pomeriggio con gli amici o per la ragazzina da portare magari al cinema sotto casa.
Ma, in fondo, si poteva essere felici con poco poiché quei brevi momenti di svago dal lavoro o dallo studio si gustavano pienamente, senza quel senso di noia che oggi pervade le nostre giovani generazioni che si ostinano a cercare emozioni nuove nello sballo, nella movida o nell’abbrutimento notturno nelle discoteche, vero paese dei balocchi per molti.
Si potrebbe affermare, senza tema di essere smentiti, che quanto maggiore è stato il progresso nella tecnologia a disposizione delle persone e tanto maggiore è stato, specie nei giovani, non tutti, per fortuna, il regredire dell’attività cerebrale, l’annullarsi quasi totalmente in un percorso di vita fatto di niente fatto di ricerca di un qualcosa che non si riesce a trovare, un qualcosa che riempia il vuoto delle giornate, delle notti, delle sere passate davanti ad uno schermo o ad una consolle che di reale non regala nulla.
Tutto ciò che si conquista con fatica, potremmo dire con il “sudore della fronte”, da gioia, da sicurezza, separa la fatica del lavoro o dello studio dai momenti di relax, dai momenti nei quali si può disporre di se stessi, magari con un hobby, con l’incontro con gli amici, con la condivisione di un qualcosa di interesse comune.
La separazione della fatica e dell’impegno dai momenti di svago, di tempo libero, genera essa stessa un senso di gioia, segna un netto distacco dall’impegno, dal progetto che si persegue. Si riprende la quotidianità ritemprati da questo “stacco”, da questo breve periodo da dedicare solo a se stessi ed agli altri. Ma se tutti i giorni, proprio tutti, sono un susseguirsi di far niente, una ininterrotta serie di momenti vuoti, volti alla ricerca di un qualcosa che, in fondo, non può esistere perché se non ci si divide tra impegno, sacrificio ed anche fatica, non si possono trovare momenti di riposo, di vera separazione da due situazioni completamente diverse.
Si è pienamente convinti anche per esperienza personale, che sia necessario inserire la propria esistenza entro un solco che si è accuratamente scelto e tracciato, un solco entro il quale inserire dei semi, gli obiettivi, che andranno perseguiti e curati come si fa con le piantine dell’orto, come si fa con le semine, come si fa con il lavoro, quello serio che potrebbe anche impegnare le notti ed alcune feste per iniziare a produrre quei frutti che si volevano avere, siano essi la carriera in un’industria che la maggiore abilità progressiva in un lavoro che ci ha impegnato sin da giovani e magari con risorse scarse.
Ma è l’impegno che necessariamente porta quasi sempre ad una gratificazione. Il “tutto subito” di oggi non porta e non porterà da nessuna parte.
Pier Marco Gallo