venerdì 18 Ottobre 2024 - Anno 33

MERCATO LIBERO

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Più che una opportunità sembra un modo per aumentare le spese dei cittadini.

Da parecchi anni i Governi Nazionali, anche di diverso orientamento politico che si sono susseguiti, hanno teso a privilegiare il cosiddetto “mercato libero” per le materie prime come combustibili gas ed energia elettrica, con la speranza che questa liberalizzazione portasse ad un abbassamento dei prezzi.
Ma se la base di questa liberalizzazione era questa si può affermare senza ombra di dubbio che l’obiettivo sia fallito. E’ stato un po come per i prezzi esposti nei negozi o supermercati che terminano sempre con 0,99 centesimi dando l’illusione che il prezzo sia più basso, ma se un oggetto vale 9,99 euro ne costa 10 di euro perché il centesimino in meno conta poco o nulla.  Si potrà dire cosa c’entra questo discorso con il mercato libero.
Tutto o nulla, dipende dai punti di vista, ma la sostanza è sempre la stessa creare un’illusione che poi non è tale. Ad esempio nei prezzi dei carburanti: benzina gasolio e GPL e similari, si arriva al millesimo di euro, una pura follia che serve solo a confondere  il prezzo reale  che il mercato libero ha livellato sempre o quasi al rialzo ed appiattito sulla base di uno massimo due centesimi di differenza. E poi quando il prezzo sale si riordina subito al rialzo anche con cospicue scorte acquistate al prezzo precedete e quando scende non lo si riallinea in fretta perché “le scorte” erano state acquistate a prezzo maggiore, giochetto che arricchisce solo i petrolieri caso mai ci fosse bisogno di arricchirli ulteriormente. Ma il nostro girovagare tra le righe dello scritto ci ha portato un poco lontani dall’essenza del discorso iniziale che riprendiamo.
In una democrazia come la nostra è certamente auspicabile che non sia “lo Stato” ad imporre i prezzi delle materie prime, lasciando libera scelta all’imprenditoria privata, ma è anche altrettanto vero che l’imprenditoria privata deve, e non potrebbe essere diverso, tenere in debito conto il profitto. Ma se questa ricerca di profitto si esplicitasse in migliore servizio a prezzo più conveniente, questo fatto sarebbe un bene per l’utenza che potrebbe scegliere dove rivolgersi per risparmiare. Ma essendo tanti gli attori in gioco per le materie prime,  e parliamo principalmente di combustibili, luce e gas, viene da credere che l’imperativo sia quello di “non farsi male a vicenda” ed allora è usanza appiattire i prezzi, non creare troppa concorrenza, troppa disparità di prezzo tra le singole materie.
I dati “ufficiali” degli aumenti dei prodotti a mercato libero come la luce sono davvero attendibili, e non viene da dubitarne, si parla nell’arco annuo di un aumento di oltre il 50% sul mercato libero e di poco più del 6% sul mercato cosiddetto “tutelato”. Da poco il “mercato tutelato” è stato soppresso e restano una miriade di “eccezioni e bonus” non sempre facili da comprendere e da capire a che fascia di popolazione siano destinati. Ma è certo che sarà il solito ceto medio a doversi sobbarcare i maggiori aumenti e  a seguire tutti i cittadini perché se il costo dei prodotti trasformati da tutte  le industrie e servizi aumenta a causa dall’aumento dell’energia elettrica, conseguentemente aumenta tutto, come quando aumenta il prezzo del gasolio da autotrazione che alimenta tutto il trasporto su gomma alla faccia delle nostre ferrovie che un tempo trasferivano le merci sulle rotaie con costi decisamente minori e minor inquinamento.
Ed anche in questo contesto entrano in gioco fattori più politici che economici, in quanto negli anni si è voluto privilegiare il trasporto su gomma per favorire un’industria che per anni e forse ancora oggi, prendeva soldi dal governo di turno in caso di difficoltà, ma divideva gli utili tra gli azionisti quando le cose andavano bene.
Siamo e restiamo fermamente convinti che alcune “cose” anche in democrazia, debbano essere gestite dallo Stato Centrale, non dalle regioni e non dal “mercato libero” se si vuole il bene dei cittadini e una crescita magari leggera, ma costante. Lo Stato centrale non deve e non dovrebbe avere scopi di lucro nei confronti di queste materie prime e nello specifico combustibili, luce e gas, ma gestirne i prezzi allo scopo di allineare  gli stipendi al costo “reale” della vita annualmente, a quanto si spende tutti i santi giorni per campare. Ma la direzione presa porta al contrario ed il problema dell’aumento dei prezzi, specie gli alimentari cresce annualmente con maggiorazioni a due cifre.
Ma lo stesso discorso dovrebbe essere fatto per la sanità lasciata “in mani regionali” non sempre attente al servizio fornito, si potrebbe estendere ai trasporti, agli affitti arrivati alle stelle grazie al mercato libero.
E questa estensione di mercato libero specie sugli affitti ci porta ad altre considerazioni importanti. Se i Contratti di Affitto si stipulano all’Agenzia delle Entrate significa che è il cittadino che fa, attraverso la Stato (Agenzia delle Entrate), un contratto tra privati cittadini Locatore e Locatario, ma poi non va a garantire che il locatario (inquilino) rispetti quanto ha sottoscritto, non pagando ad esempio il canone di affitto concordato sul contratto.
Tutte queste cose comportano una spesa a volte insostenibile per chi vorrebbe affittare, ed una scarsa volontà nell’affittare ad altri beni propri, senza la certezza garantita di avere quanto convenuto. Ma qui il discorso si fa lungo e complicato perché il prezzo alto degli affitti genera impossibilità di avere una casa ai meno abbienti che, in molto casi, non essendo nelle condizioni di avere un alloggio popolare, le case le vanno ad occupare abusivamente. E questo è un  fatto  che da qualche anno è sotto gli occhi di tutti.
Lo scorrere delle parole e del pensiero ci ha portato ancora una volta molto lontano il discorso del “libero mercato” che estende i suoi tentacoli nel profondo delle nostra società creando delinquenza, sconcerto, rassegnazione per certi versi a non vedersi riconoscere la tutela di un qualcosa legalmente e legittimamente posseduto. E servono a poco tutti i discorsi che si fanno sulla povertà, spesso frutto di scelte di via sbagliate e solo raramente di “sfortuna”, e sui diritti di tutti ad avere una casa e quant’altro tante persone si sono guadagnate lavorando duramente per tanti anni.
Chiudiamo riassumendo il nostro concetto iniziale che è poi quello di una logica di comunità per certi versi impossibilitata ad essere lasciata se stessa o in balia di gruppi che per fornire servizi, assistenza o altro mettono prioritariamente ed innanzi a tutto il guadagno, l’utile sicuro anche a costo di provocare grossi danni alle persone, ma anche ad un sistema economico che spesso si regge su fili molto esili e facili da recidere. Ed anche la politica, compresa l’opposizione attuale, sembrano non comprendere appieno il problema, sembrano non comprendere che l’incertezza  genera disagio ed aumenta la violenza.
Le redini di un cavallo, per quanto riottoso o docile debbono sempre essere nelle mani di chi sta in sella e non di altri che magari lo spingono al galoppo con sopra  chi, sulla sella, il galoppo non può reggerlo.

Pier Marco Gallo

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