giovedì 21 Novembre 2024 - Anno 33

LO SPORTELLO LEGALE

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Rubrica a cura dell’Avvocato Piera Icardi
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“Buongiorno, anni fa io e mio marito abbiamo adottato un cagnolino che è sempre vissuto con noi. Oggi siamo in fase di separazione e dobbiamo decidere chi deve occuparsi di lui e come suddividere le spese per il suo mantenimento. Come dobbiamo regolarci?”

In Italia, se la popolazione umana diminuisce quella degli animali di affezione è in forte crescita. Sono quasi 19 milioni i cani e i gatti presenti nelle famiglie italiane, gli acquari sono popolati da quasi 30 milioni di pesci, gli uccelli ornamentali sono circa 12,9 milioni mentre i piccoli mammiferi e i rettili sono rispettivamente 1,8 e 1,4 milioni. (fonte Euromonitor)
La presenza animale ha perso il carattere strumentale tipica dell’Italia contadina e povera del passato in cui le bestie erano essenzialmente un mezzo per produrre un’utilità domestica (per es. produzione di carne e uova) e sono diventati un investimento affettivo.
Crescono, conseguentemente, anche, la vendita di alimenti industriali per animali e di accessori (es. prodotti per igiene, antiparassitari, giochi, lettiere, guinzagli, voliere, acquari, eccetera), il volume d’affari e i redditi dei veterinari.
Gli animali d’affezione, oggi, vengono considerati alla stregua di figli e ricoprono un ruolo sempre più importante nell’organizzazione della vita domestica influenzando, anche, i consumi e le vacanze degli italiani che non rinunciano più alla loro compagnia scegliendo destinazioni turistiche che accettano anche loro.
La Spagna, per esempio, con una legge del 2022 ha regolato il regime giuridico degli animali da compagnia classificandoli non più come beni ma come esseri senzienti cioè dotati di loro specifica sensibilità.
Così facendo chi ha instaurato con loro un legame affettivo potrà, di fatto, reclamarne la titolarità indipendentemente dall’esserne o meno il proprietario.
L’ordinamento italiano, invece, non ha ancora previsto una norma di riferimento che disciplini l’affidamento degli animali domestici in caso di separazione dei conviventi o dei coniugi. Non è vietato, però, alla coppia detentrice di un animale domestico di scegliere se optare per il suo affidamento condiviso o esclusivo tramite un accordo con l’obiettivo di regolamentare il diritto di visita e la distribuzione delle spese per il suo mantenimento.
Nel caso di separazione consensuale sarà possibile suddividere le spese a metà oppure stabilire il versamento di una somma fissa e periodica mentre, in caso di separazione giudiziale sarà necessario affidare la scelta al Giudice che non potrà fare altro che affidare l’animale al proprietario cioè a colui che possiede la titolarità del microchip.
L’auspicio è che il Giudice deliberi tenendo conto della sensibilità dell’animale con l’obiettivo di evitargli il più possibile traumi e sofferenze che un cambiamento così radicale potrebbe provocargli. In considerazione del mutato ruolo degli animali nelle nostre vite rispetto al passato e dell’aumento della sensibilità nei loro confronti sarebbe auspicabile un intervento del nostro ordinamento nella loro tutela.
Il consiglio è di sforzarsi di stabilire concordemente le condizioni di affido e di mantenimento del vostro cagnolino perché la decisione di un terzo difficilmente riuscirebbe a tenere in considerazione la sua sensibilità e le sue abitudini che solo voi conoscete perfettamente.

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