Rubrica a cura dell’Avvocato Piera Icardi
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“Buongiorno, io e mio marito siamo divorziati ormai da anni. Nostra figlia abita con me e con il padre ha sempre avuto un rapporto meraviglioso fino a quando lui non ha trovato una nuova compagna ed ha iniziato a snobbarla. In qualche occasione ha fatto lo sforzo di portarla con loro ma quando lei si stufava e voleva tornare a casa lui la rimproverava e lei arrivava a casa con gli occhi gonfi. I loro rapporti sono praticamente ridotti a qualche messaggio inviato con il cellulare ma lui non si interessa a lei, alla scuola, alle sue attività. Lei, invece, ha bisogno delle attenzioni del padre. Come posso obbligarlo ad essere presente? Grazie.”
Quando una coppia si separa l’equilibrio della famiglia ne risente, è necessario riorganizzare e riorganizzarsi sia in termini individuali che genitoriali se ci sono dei figli.
Mentre, solitamente, nella coppia, c’è una distinzione di ruoli e di mansioni, con la separazione ognuno deve farsi carico delle esigenze dei figli nella totalità.
L’amore mancante, paterno o materno, non ha prezzo e non può essere sostituito da quello di altre persone ma, siccome anche la famiglia è sottoposta alle comuni regole della responsabilità civile, il danno che si configura costituisce un vero e proprio illecito civile.
Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha analizzato le conseguenze del mancato affetto paterno sui diritti relazionali e psicologici dei figli.
Il padre è stato condannato perché responsabile di privazione affettiva e trascuratezza prolungata nei confronti della figlia.
Alla minore sono stati riconosciuti un danno biologico permanente pari ad una diagnosi di invalidità del 4% sul piano relazionale e quotidiano legato all’impatto negativo che l’assenza paterna ha avuto nel tempo e un danno da illecito endofamiliare valutato in via equitativa, non avendo una tabella precisa di parametrazione, che riguarda l’impatto permanente sul piano psicologico e relazionale della giovane.
E’ stato dimostrato ed accertato che il padre si era dimostrato insensibile alle necessità emotive e materiali della figlia non mantenendo un rapporto stabile e costante e, soprattutto, anteponendo i propri interessi personali.
Il risarcimento per il danno biologico permanente è stato quantificato in €. 7.000,00 sulla base di una consulenza tecnica mentre il danno da illecito endofamiliare, è stato quantificato dal giudice con la somma di €. 100.000,00.
Questa somma rappresenta una valutazione equitativa basata sulla perdita del rapporto genitoriale paragonata, solitamente, a situazioni che riguardano il decesso di un genitore, ma qui applicata al caso della totale volontaria assenza affettiva.
La sentenza sottolinea che i figli hanno il diritto fondamentale a ricevere non solo sostegno economico, ma anche cure e amore e la quantificazione del danno, oltre agli aspetti economici, riguarda l’impatto permanente sul piano psicologico e relazionale della giovane.
A conclusione si può rispondere alla domanda confermando che, anche se non si può obbligare un genitore ad essere presente ed amorevole con i figli, l’ordinamento concede la possibilità di ottenere un risarcimento del danno la cui quantificazione deve essere rimessa ad un Tribunale.