L’incontro avvenuto il 17 Gennaio 2025 ha visto il Comune di Acqui Terme, in qualità di centro-zona, come punto di incontro, assieme ai Sindaci dei paesi vicini, per esprimere un forte “no” al deposito di scorie nucleari nella zona AL 13, ovvero quel territorio individuato dal MISE come area idonea nei comuni di Castelnuovo Bormida e Sezzadio.
Proprio in quell’occasione, accanto ai molteplici interventi di coloro che avevano preso parte alla riunione, era emerso che, non appena decorso il termine del 25 Gennaio, data entro la quale solo i Comuni direttamente coinvolti nelle aree potevano inviare osservazioni al Ministero, tutti i Comuni che avessero avuto interesse, avrebbero potuto preparare relazioni ed interventi contro l’individuazione delle aree.
Di conseguenza la Città di Acqui Terme, sia come centro zona, sia in quanto titolare di una convenzione, sottoscritta nel 2023, con il DISTAV ( Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita ) dell’Università degli Studi di Genova, ha immediatamente interessato il personale qualificato all’interno di quella struttura, affinché ulteriori studi, rilevamenti ed osservazioni potessero essere prodotte anche da un’Istituzione pubblica di elevato prestigio scientifico nazionale ed internazionale.
“Riteniamo che questo passo sia determinante per far arrivare forte e chiara la voce di un NO da parte di un’intera comunità”, afferma il Sindaco Danilo Rapetti Sardo Martini, che aggiunge “questo documento sarà il sigillo di garanzia della nostra protesta che nasce, non per capriccio, ma per evidente constatazione della non idoneità del sito stesso”.
Va infatti ricordato che proprio al di sotto dell’area individuata dal Ministero sulla quale potrebbe sorgere il parco tecnologico per il deposito delle scorie radioattive realizzato da Sogin, esiste la più grossa falda di ricarica degli acquiferi profondi del sud alessandrino.
“Esprimere questo NO corale non vuol dire essere contro ad un sistema più organizzato e corretto per la conservazione delle scorie nucleari, che oggi sono stoccate prevalentemente all’estero con ingenti spese per il nostro Paese, ma significa evidenziare la non idoneità di quell’area ad accoglierlo” commenta anche Nicola De Angelis, Consigliere Provinciale di italia Viva e uno dei portavoce della protesta iniziale, che aggiunge “ la scelta di un’area sulla quale insiste una delle più grosse falde acquifere, anche se il deposito fosse il più sicuro dell’universo, è comunque sbagliata e va assolutamente rivista”.
L’Università di Genova ha accettato l’incarico e in tempi brevi completerà lo studio.
Acqui Terme No al deposito di scorie nucleari: studi e rilevamenti grazie alla convenzione con il DISTAV dell’Università degli Studi di Genova
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