Si avvicinano le Feste. Ma come saranno?
L’inizio di Dicembre è, tradizionalmente per noi tutti, l’inizio dell’attesa per le feste natalizie e di fine anno. Da bambini un periodo elettrizzante con l’arrivo dell’albero, del Presepe e dei regali che “Gesù Bambino” portava la notte della vigilia seguito dalla Befana con la sua calza. Nelle nostre zone c’era spesso la neve o nevicava proprio in prossimità delle Feste che erano anche, nel giorno di Natale, un incontro con i parenti più stretti per un pranzo che poi raramente si ripeteva, per abbondanza, nel restante periodo dell’anno.
Poi, negli anni, lentamente, la neve si è fatta più rada ed anche gli incontri con i parenti, spesso lontani per motivi di lavoro, più difficili. Il progresso e l’industrializzazione avevano reso più difficile il perpetuare le tradizioni del mondo contadino che in quel periodo dell’anno concedeva a tutti un poco di riposo.
Ai giorni nostri il Natale e le feste che porta con se hanno perso in gran parte il loro significato religioso e di unione familiare, trasformandosi in occasione di vacanza, di ricerca del regalo, di pranzi “speciali” che altro scopo non hanno che quello di aumentare il numero di calorie ingurgitate in un arco di tempo decisamente breve.
E qui potremmo porre fine alle nostre considerazioni su un passato più o meno recente e su una società assai dissimile dall’attuale. Sì, perché dal marzo 2020 qualcosa è cambiato, un qualcosa che sembra avere la ciclicità di un centinaio di anni: la pandemia del covid 19 che ha fatto seguito, a poco più di un secolo, alla “Spagnola”.
Ci ricordiamo tutti di quel Marzo 2020 con l’ingresso in zona “rossa” che ci ha chiuso in casa anche ad aprile e Maggio e poi a Novembre, sino all’otto di Dicembre. Ci ricordiamo tutti i “bollettini di guerra” giornalieri i tanti morti, le paure ad uscire di casa, a vivere la quotidianità di sempre. Ci ricordiamo anche il Natale del 2020? Ci viene da credere che lo si ricordi poco, con le piste da sci chiuse, tante attività ferme ed i primi vagiti del vaccino.
Adesso, che tutto sembrava passato, come detto qualche settimana fa, forse poco più di un mese, dal Presidente del Consiglio, ci ritroviamo a “combattere” con i contagi in aumento, con i no-vax violenti e determinati, con le terze dosi, con la vaccinazione ai giovanissimi sotto i 12 anni, con i green-pass rinforzati, con le mascherine si, le mascherine no, le mascherine forse ma solo quando si è così o cosà.
Qualche territorio ha già perso il candore del bianco per farsi giallo e qualche altra Regione potrebbe presto cambiare colore. Non avere timori o maggiori riguardi ora sarebbe da irresponsabili poiché con i vaccini (che siano a rischio o meno di complicanze nessuno lo sa dire con precisione) si è riacquistata una certa qual normalità, si è potuta sviluppare una qualche forma di vita sociale guadagnata a prezzo di sacrifici e di attenzioni che non sempre tutti dimostrano di avere, ma che la maggioranza delle persone sta adottando.
Ed allora come potrà essere questo Natale? Come potranno essere le giornate di fine anno ed inizio 2022? Scorrendo i nostri appunti abbiamo verificato che la numerica del contagi è andata progressivamente crescendo nel mese di Novembre ed anche questo inizio Dicembre pare essere in linea con la crescita del mese passato.
E poi ci sono le varianti e questa ultima, la “omicron” ad oggi pare essere meno micidiale di quanto poteva apparire qualche settimana fa, anche se molto contagiosa.
Potrebbe essere che, con buona certezza, si possano trascorrere delle festività migliori di quelle dell’anno scorso perché sarà possibile ritrovarsi, stare fuori, concederci tante piccole libertà in più, ma sempre con prudenza e con la consapevolezza che quella in corso non è l’influenza stagionale che si combatte nel giro di una settimana con qualche accortezza. Questo Covid, piaccia o no, è una cosa che ci porteremo appresso ancora per diversi anni, che necessiterà di periodiche vaccinazioni e di maggiori attenzioni nei contatti con gli altri, di mascherine indossate quando si è fuori o in luoghi affollati.
Per anni la nostra non potrà più essere la società di prima con lo stile di vita di prima.
Chi nega questo fatto nega il suo “status” di essere intelligente, nega se stesso e la società in cui vive, lavora, si diverte. L’immunità totale non esiste e non potrebbe essere tale neppure con delle dosi uniche o doppie di vaccino con cadenza annuale.
Questa piccola particella intelligente e contagiosa sta con noi e ci attacca appena le è possibile o se non lo fa con noi va a contagiare le persone più deboli alle quali ci avviciniamo senza protezione.
E’ un discorso difficile da comprendere? Forse no, ma forse sì, perché i media ci bombardano con discorsi a volte in contrasto tra di loro, con notizie dettate più dall’interesse che dall’evidenza scientifica, dettate più dalla convenienza politica che dal buon senso. Ci è capitato, nel corso di questi passati mesi autunnali di verificare che non sempre e non dappertutto le regole base per una buona attenzione ai contagi vengano rispettate, un pò perché prevale l’interesse commerciale ed è in qualche modo comprensibile dopo tanti mesi di sofferenza e di assenza di lavoro, ed un poco perché di controlli veri se ne fanno pochi. Ma questi fatti sommati a tante altre piccole “disattenzioni” ci portano ad una salita progressiva dei contagi ed a rischiare di perdere quel poco che, faticosamente, si era guadagnato.
Poi, per finire, sarebbe meglio che non si cercasse più di parlare di perdita di libertà, di controllo su di noi da parte di “poteri occulti”, di virus che non esiste e di altre favole che circolano e creano solo confusione. Ma sarà per tutti Natale e Capodanno, sarà per tutti il ritorno a qualche giornata serena, come una volta, ma stavolta almeno con la mascherina…Buon Natale.
Pier Marco Gallo