A volte ci sono situazioni difficili da comprendere
CARA ENERGIA…O CARO ENERGIA…
Spesso accadono dei fatti o si creano situazioni che, riflettendo e valutando attentamente quanto se ne conosce, si riescono ad inquadrare ed a razionalizzare. Poi vi sono altre situazioni che, per quanto si cerchi di approfondirne la conoscenza, non si riescono ad inquadrare in una logica razionale.
A questa seconda categoria, per le nostre non eccelse conoscenze, si va ad ascrivere il famigerato “caro bollette”.
Si percepisce abbastanza chiaramente da quando è iniziato e parliamo di un periodo anteriore allo scoppio del conflitto tra Russia ed Ucraina, aggressore ed aggredito. Si percepisce che in un lasso di tempo precedente vi era stato un massiccio accaparramento di alcuni materiali di largo impiego da parte di alcune potenze mondiali, fatto che, quasi da subito, ne aveva provocato un consistente aumento di prezzo.
Ma quello che resta ancora poco comprensibile è il come ed il perché si sia potuto verificare un disordinato ed apparentemente incontrollato aumento del gas e dell’elettricità, due beni di larghissimo consumo sia per le famiglie che per tutte le realtà industriali o commerciali.
La liberalizzazione dei prezzi sulla produzione e commercio di molti materiali di vasto consumo ed in particolare di energia, in Europa gestita dalla “Borsa di Amsterdam” in Olanda, anziché produrre effetti benefici, ha prodotto effetti devastanti per imprese e famiglie e regalato utili da capogiro per coloro che questi prodotti commercializzano e distribuiscono. E qui avviene l’inspiegabile: come mai la UE ha permesso l’espandersi di questo fenomeno, come mai la UE oltre ai “bund” tedeschi che governano le spread ha permesso che fosse un Nazione, una sola, a governare l’energia, ad aumentarne a piacimento il prezzo, a mettere in ginocchio milioni di famiglie e di aziende.
Interessi nascosti o inefficienza? In entrambi i casi falle gravissime in un “sistema nazioni” che di unità ha solo la facciata della “casa comune” nel cui interno, negli alloggi, leggi singoli Stati, poi, ognuno fa quello che vuole o gli torna più comodo, leggi accoglienza dei migranti.
E poi se, come da noi nel periodo “pre elezioni”, si cerca maldestramente di tassare questi utili da miliardi di euro, non si comprende perché non ci si riesca o non ci si vuole riuscire, chissà perché !.Altro mistero. Meglio dare dei sussidi che non si sa se quando, come e dove arriveranno che affrontare il problema alla radice, magari procedendo a delle massicce e temporanee nazionalizzazioni, facendo arrivare lo Stato laddove la speculazione tenta di arricchirsi e ci riesce assai bene.
Queste sono problematiche davvero non secondarie che a breve/medio termine potrebbero produrre sia difficoltà di reperimento di alcuni materiali o prodotti che l’impossibilità per molte imprese e famiglie di sostenerne i costi. Ad oggi un sacco di pellets che costava circa quattro euro, ne costa ben 16 facendo rimpiangere la cara vecchia stufa a legna che poi si dice inquini… sich!!!
Noi Italia, dipendenti per l’energia quasi totalmente da paesi terzi, avremmo, come ben si sa la possibilità di estrarre sia petrolio che gas in quantità non eccezionali, ma sempre in grado di rendere meno pesante la dipendenza esterna.
Ma una certa politica non lo vuole fare e quindi siamo al “no trivelle” come si era e si è al”no tav e no tap” “no inceneritori”.
Ma ci si deve rendere conto che le politiche ambientali pur giuste non possono prevalere sul benessere della nostra società. Come diceva un vecchio saggio proverbio “se io ho fame mangio qualche uovo di gallina e non l’ammazzo per riempirmi la pancia una sola volta”. Si proceda pure sulla via delle energie pulite della ricerca del minimo impatto ambientale possibile per cercare di limitare i danni di una temperatura terrestre e di un inquinamento sempre in crescita, ma in questa direzione si dovrebbe andare tutti assieme ed in fretta, senza stravolgere una società ed un modo di vivere che richiederanno decenni prima di essere in parte modificati.
Nelle nostre brave reminiscenze della scuola media anni ‘60 si studiavano le “ere geologiche” parole grandi per noi giovanissimi studenti; ma ci veniva spiegato che , periodicamente, i ghiacci aumentavano o regredivano e quando aumentavano potevano far scomparire intere specie di animali. Il ghiaccio, dicevano i professori, arrivava a Milano ed in buona parte della Pianura Padana con nostro grande stupore.
Oggi di questo non si parla, come se questa era terreste ciclica del caldo/freddo non fosse mai esistita. Siamo andati un poco fuori tema e ce ne scusiamo, ma era per far capire che non tutto proprio tutto dipende dal genere umano e dalle sue attività. Negli anni’70 con l’austerity e le targhe alterne delle auto ci informarono che il petrolio lo si avrebbe ancora avuto per una trentina di anni e poi stop….ma oggi sembra quasi che l’intero pianeta ci galleggi ancora sopra.
E poi, riflettendo, ci viene in mente che negli anni ‘50/60 la popolazione della nostra cara Terra , se non erriamo, non arrivava ai cinque miliardi. Oggi quanti siamo, sei, forse sette miliardi, una miriade di umanità che butta nell’aria i suoi 36° centigradi corporali e che, magari un pochino di caldo in più lo generano sia loro che le auto ed i riscaldamenti. Buttiamo li queste considerazioni a beneficio di chi ci legge e che è nel pieno diritto di condividere o prendere a calci nel fondo schiena, ma comunque di ragionarci sopra, fatto che ad oggi pare essere sempre più raro, anche se da sempre scevro da aumenti.
PIER Marco Gallo