Rubrica a cura dell’Avvocato Piera Icardi
Inviate i vostri quesiti a: info@prima-pagina.com – Lo sportello legale –
“Per Natale i miei figli mi hanno regalato un robot da cucina. Siccome in negozio il prezzo era abbastanza alto, lo hanno acquistato su internet ma quando mi è stato recapitato non l’ho provato subito. Dovendo preparare il pranzo di Natale, quando ho provato ad accenderlo mi sono accorta che non andava. Cosa posso fare adesso?”
A chi non è mai capitato di acquistare o di ricevere in dono un regalo non funzionante, difettoso o non gradito?
Trascorso il Natale e il tradizionale scambio dei regali, è il momento di fare i conti con i doni ricevuti: una taglia sbagliata, una fantasia che non ci piace oppure un oggetto che proprio non useremo mai…
Qualunque sia il motivo, è bene sapere come comportarsi per poter cambiare o restituire i regali di Natale.
L’articolo 52 del Codice del Consumo introduce, a tutela del compratore-consumatore che abbia necessità di restituire un articolo acquistato, il diritto di recesso da esercitarsi nel caso di contratti a distanza oppure negoziati al di fuori dei locali commerciali, per acquisti online su siti di e-commerce, spese per telefono oppure ordini fatti per posta. Il diritto di recesso noto anche con il nome di “diritto al ripensamento”, rappresenta uno dei diritti più importanti conferiti al consumatore poiché gli consente di liberarsi del contratto di acquisto concluso, senza dover fornire alcun tipo di spiegazione, semplicemente restituendo il prodotto comprato e ottenere il rimborso del prezzo pagato. Nel caso di acquisti in negozio virtuale, il diritto di recesso può essere esercitato entro 14 giorni che decorrono a partire dal momento in cui si riceve il pacco.
E’consigliabile esercitare il recesso con lettera raccomandata a/r o pec, rispedendo il bene tramite assicurata con spese di spedizione a carico di chi esercita il diritto.
Il consumatore-compratore che, dopo aver fatto un acquisto, ci ripensa dovrà seguire le istruzioni fornite dal venditore per la restituzione dell’oggetto oppure inviare una chiara comunicazione di recesso.
Restituito l’oggetto ed avvenuta la sua consegna al venditore, questo è tenuto a rimborsare al consumatore-compratore il prezzo da lui pagato entro e non oltre 14 giorni. Nel caso di acquisti fatti in negozio fisico non esiste un vero e proprio diritto del compratore- consumatore a restituire o cambiare l’articolo o a vedersi restituita la somma spesa a fronte della restituzione della merce, nemmeno se l’operazione viene accompagnata dalla presentazione de cd. “scontrino di cortesia” a meno che ciò non sia stato pattuito al momento dell’acquisto.
E’divenuta, però, prassi ormai consolidata, anche per fidelizzare la clientela, quella di effettuare il cambio della merce anche in negozio entro 2 settimane (14 giorni) dall’acquisto. Ci sono articoli che, invece, non sono mai restituibili come prodotti personalizzati, beni deperibili oppure articoli di igiene (trucco, biancheria intima, orecchini). Se, invece, il regalo è difettoso come in questo caso sarà necessario contattare immediatamente il venditore per ottenerne la riparazione o la sostituzione gratuita.
Se l’oggetto è guasto o l’articolo non corrisponde alle caratteristiche indicate sulla confezione o alla sua pubblicità, vale la Garanzia legale a carico del venditore che deve riparare o sostituire il bene entro “tempi congrui”, da pattuire insieme al consumatore; in difetto si avrà diritto alla restituzione dei soldi.
Questa garanzia è valida 2 anni e il difetto deve essere segnalato al venditore entro 2 mesi dalla sua scoperta con spese di spedizione a carico del venditore.
Qualora il venditore o il produttore non fosse disponibile, sarà necessario intimargli il dovuto tramite una lettera di messa in mora da inviargli tramite raccomandata a/r di o pec e fare una denuncia all’Antitrust per pratica commerciale scorretta; in extremis si potrà adire al Giudice di Pace competente. Qualora il venditore o il produttore si trovi in un Paese extra-Ue, verificato che non abbia un ufficio in Italia o in altro Paese Ue vale sempre l’intimazione con raccomandata A/R (no pec perché valida solo per l’Italia), ma, in questo caso, in mancanza di risposta, pur rivolgendosi al giudice italiano sarà più difficile ottenere giustizia. Vale sempre la regola di conservare lo scontrino del bene acquistato, di provarlo appena possibile e di denunciare immediatamente l’eventuale difetto al venditore per verificare la sua disponibilità alla sostituzione oppure alla restituzione della somma pagata.